La celiachia è una malattia intestinale dovuta a un’intolleranza permanente al glutine.
Qualche anno fa era considerata una patologia rara perché colpiva una persona su 1000, mentre oggi non è più così perché grazie alle nuove tecniche diagnostiche la sua prevalenza è di 1:100 (una persona ogni cento ne è affetta).
La diagnosi di celiachia avviene in due fasi: prima si vanno a dosare tre tipi di anticorpi (anti-gliadina, anti-transglutaminasi, anti-endomisio), poi, qualora essi risultassero positivi, si va ad effettuare la biopsia intestinale, per ora unica tecnica diagnostica che ci da la conferma.
Il quadro clinico del morbo celiaco può essere caratterizzato da sintomi intestinali, più comuni nei bambini, come diarrea, gonfiore, addome globoso, nausea e da sintomi extra- intestinali, soliti negli adulti, come anemia, carenza di calcio e folati, dermatite erpetiforme.
Esistono vari tipi di celiachia: celiachia tipica, cioè caratterizzata dai classici sintomi intestinali, celiachia atipica, caratterizzata dai sintomi extra-intestinali, celiachia latente, cioè senza manifestazione di alcun genere, ma con gli anticorpi positivi, celiachia silente, cioè senza sintomi evidenti, ma con la presenza di lesioni intestinali.Una volta diagnosticata, la celiachia non è più una malattia ma una condizione di vita, in cui ci si deve alimentare in modo permanente e rigoroso senza glutine.
Dieta senza glutine
Risulta quindi importantissimo sapere quali sono gli alimenti di cui ci si può nutrire:
- alimenti naturalmente senza glutine (carne, pesce, uova, latte, formaggi, verdura, legumi, frutta, alcuni tipi di cereali come il riso e il mais);
- cereali permessi (mais, riso, miglio, amaranto, grano saraceno, manioca, quinoa, sorgo, teff);
- alimenti presenti nel prontuario AIC (prontuario stampato annualmente dalla Associazione Italiana Celiachia, contenente gli alimenti a minor rischio di contaminazione);
- alimenti con il marchio spiga barrata (registro di proprietà AIC);
- alimenti con il marchio ministeriale (cioè i sostitutivi di pane e pasta, detti alimenti dietoterapici e controllati dal ministero della sanità);
- alimenti di uso corrente con la scritta “senza glutine”.
È bene ricordare che l’etichetta per ora non è sufficiente nella scelta dei prodotti senza glutine, in quanto non c’è una norma limpida e chiara che metta il celiaco nella condizione di scegliere con piena libertà e consapevolezza, ma una serie di leggi per altro in evoluzione (a testimonianza del fatto che la celiachia viene oggi considerata più che in passato), che risultano ancora incomplete o in conflitto (come la legge sugli Allergeni e la recentissima legge 41).
Un alimento è considerato senza glutine se la presenza di esso è inferiore alle 20 ppm (parti per milione), una quantità raggiungibile anche per sola contaminazione, ragion per cui è richiesta molta scrupolosità al personale di cucina dedito alla preparazione di pietanze per celiaci.
Quali sono i sintomi della celiachia
La celiachia può colpire a qualsiasi età. Nelle forme che esordiscono tardivamente nel bambino, dopo il 2°-3° anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata e in genere prevalgono altri sintomi, quali deficit dell’accrescimento staturale e/o ponderale, ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti e anemia sideropenica (o anemia da carenza di ferro) che non risponde alla somministrazione del ferro per via orale.
Le manifestazioni cliniche nell’adulto sono varie: alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento, ovvero l’insufficiente assorbimento di nutrienti, con diarrea, perdita di peso e carenze nutritive multiple. Altri riferiscono uno o più sintomi cronici spesso estranei all’apparato digerente. Sono disturbi comuni crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici.
Molto frequente è l’anemia da carenza di ferro.
Esistono anche persone che non presentano alcun sintomo evidente o nelle quali i disturbi sono talmente modesti da non richiedere l’intervento del medico. Altri vengono diagnosticati perché parenti di primo grado di una persona già affetta da celiachia.
Non raramente alla celiachia sono associate malattie quali diabete, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, alterazioni della tiroide e dermatite erpetiforme.